Le ombre dell'Europa by Mark Mazower

Le ombre dell'Europa by Mark Mazower

autore:Mark Mazower
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-12-19T16:00:00+00:00


La divisione della Germania

«È già chiaro», scrisse Basil Davidson nel 1950, «che la creazione di una linea di frontiera al centro della Germania ha significato anche la divisione dell’Europa». In retrospettiva, non c’è dubbio che anche nella sconfitta la Germania continuava ad avere nelle proprie mani il destino dell’Europa, e che fu la sua spartizione a decretare la definitiva divisione dell’Europa. È invece tutt’altro che ovvio fino a che punto la spartizione sia stata inevitabile e di quali azioni fosse il risultato. Dopo tutto, nel 1945 i Tre Grandi erano unanimamente concordi sulla necessità di tenere unita la Germania. Come mai si giunse dunque alla spartizione? Fu a causa dell’intransigenza sovietica? O fu piuttosto, come ha sostenuto Davidson, il risultato della politica occidentale? O, ancora, scaturì dall’incompatibilità di fondo delle ideologie delle potenze occupanti, un’incompatibilità che alcuni osservatori ritenevano si fosse palesata ancor prima del maggio 1945, nei primissimi passi mossi dai governi militari instaurati dagli Alleati e dall’Armata Rossa nel territorio da essi conquistato?49

La politica alleata tesa al conseguimento di una «resa incondizionata» – annunciata per la prima volta nel 1943 – finì col prevalere. Il successore di Hitler, l’ammiraglio Dönitz, autorizzò la firma della resa il 7 maggio 1945 e il suo governo vivacchiò tra mille controversie fino a che lui e quanto restava dell’Alto Comando tedesco non furono arrestati, due settimane dopo. I suoi sforzi di conquistare il sostegno alleato per la creazione di un rinnovato Terzo Reich che si opponesse alla bolscevizzazione dell’Europa furono tardivamente respinti, e il controllo politico del paese passò nelle mani dei conquistatori.50

All’inizio i vincitori condividevano molti obiettivi di fondo. Tutti concordavano sulla necessità di estirpare il nazismo a nome della sicurezza europea; tutti erano decisi a punire i criminali di guerra. La Dichiarazione di Yalta alludeva a un possibile «smembramento» del paese, ma faceva anche riferimento alle principali istituzioni tedesche. Sia i russi sia gli americani concordavano sull’esigenza di una radicale riforma economica da compiersi mediante la decartellizzazione e la riforma agraria, con l’obiettivo di spezzare il potere di quegli interessi che si riteneva avessero sostenuto Hitler. Infine tutti concordavano sull’esigenza di «democratizzare» la Germania. Obiettivi che equivalevano in pratica a una vera e propria rivoluzione sociale e politica.

Questo terreno comune offrì la base per le dichiarazioni che seguirono la Conferenza di Potsdam di luglio del 1945. L’accordo operava una netta distinzione tra nazionalsocialismo e popolo tedesco, e parlava di preparare quest’ultimo «alla futura ricostruzione della propria vita su una base democratica e pacifica». Al contempo, Potsdam sorvolò sui sempre più numerosi motivi di disaccordo tra i tre leader, nessuno dei quali, tuttavia, aveva nell’estate del 1945 un’importanza pratica immediata paragonabile alla posizione assunta dai francesi, che non erano neanche stati invitati a Potsdam, ma ai quali era stata assegnata una propria zona di occupazione. De Gaulle fu il principale oppositore di una Germania unita, respingendo con decisione l’idea di un’amministrazione centrale tedesca operante sotto la supervisione della Commissione di controllo, e propendendo per l’annessione del territorio tedesco e l’eliminazione del vecchio stato centrale.



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